Carissimi,
In quest’ ultimo giorno dell’anno, mentre ringraziamo il Signore per tutti i suoi benefici e ci apprestiamo a iniziare un nuovo anno, chiediamo che Egli ravvivi in noi il dono della fede, della speranza, della carità.

«Ci benedica il Signore e ci custodisca; faccia risplendere per noi il suo volto e ci faccia Grazia; rivolga a noi il suo volto e ci dia Pace» (Cfr. Nm 6, 22-27).

Anche alla fine dell’ anno scorso e all’inizio di quest’anno 2020, abbiamo rivolto al Signore questa preghiera, certi che ci avrebbe ascoltati.

A uno sguardo puramente umano, l’anno 2020 è stato disastroso!

Come possiamo dire che il Signore ci abbia benedetti, ci abbia custoditi, ci abbia fatto grazia e abbia fatto risplendere il suo volto su di noi donandoci Pace? Si, nella Fede, pieni di Speranza e Carità possiamo affermarlo: in mezzo alla sofferenza, alle molte difficoltà che abbiamo dovuto superare, in mezzo alla lotta quotidiana per restare a galla, anche in mezzo alle tenebre più oscure, il Signore ci ha accompagnati, ha abitato in mezzo a noi, ci ha fatto compagnia.

Abbiamo sperimentato quanto ci ricorda San Paolo: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio perché ricevessimo l’adozione a Figli (Cfr. Gal 4, 4-7). Siamo realmente Figli di Dio, in Cristo! E se siamo figli di Dio, Egli vuole solo ed esclusivamente il nostro bene. Sempre! Chiediamo la luce abbondante della Grazia perché ognuno di noi, riscopra in modo tangibile questa verità.

Ci aiuta Maria, ancora una volta! Come madre di Dio e nostra, ci indica la via della Fiducia incondizionata nel signore, la via della speranza contro ogni tentazione di scoraggiamento, la via dell’amore che sa vivificare ogni sofferenza, perfino la morte. Maria, dice il Vangelo, nell’udire ciò che i pastori dicevano del bambino, «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2, 19).

Custodire e meditare: dobbiamo custodire e meditare tutto quello che abbiamo vissuto quest’anno, senza rinnegare nulla, forti di una certezza luminosa: le redini della storia sono nelle mani di Dio, il quale è capace di volgere al bene anche quelle situazioni che non avremmo voluto affrontare mai. «Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8, 28), ci ricorda San Paolo.

In mezzo alle trame di un anno così doloroso per tutta l’umanità ferita dalle restrizioni e dalla conseguente crisi economica e sociale, possiamo tutti riconoscere i segni dell’amore di un Dio che ci ha ricordato in modo forte l’importanza di ciò che conta realmente, di ciò che è essenziale per vivere.

Quest’anno abbiamo imparato nuovamente la bellezza dell’essere fratelli, deboli e fragili, impotenti ma anche forti e solidali, bisognosi di aiuto ma anche capaci di andare incontro a chi sta peggio di noi.

Facciamo tutti un piccolo esercizio: mettiamo in fila, scrivendole, almeno tre cose per le quali, anche quest’anno, annus horribilis, è stato un buon anno, un anno di Grazia.

Vigorosi di questa esperienza possiamo augurarci, ancora una volta, per l’ennesima volta, senza timore, con la Fede granitica che ci tiene saldi, con i piedi per terra, con la Speranza che ci tiene ritti, con lo sguardo rivolto verso il cielo; con la Carità che «Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13, 7): Buon anno! E lo sarà, certamente.

Don Marcello